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Carlo Turri

Esecutore e cultore del bello ben fatto.
Le sue mani e pregiati legni, i migliori strumenti per creare intarsi di raffinata fattura.

 

In assoluto tra i migliori interpreti della Tarsia contemporanea.
Il taglio, l’accostamento e l’intersezione di selezionate essenze lignee, sono state per l’artista travestito da artigiano una costante fonte di ispirazione nell’esecuzione di una manifattura intarsiata dal fascino senza tempo.
Per stile e tecnica esecutiva le sue opere si elevano a modello per chi si occupa o segue quest’arte dalle matrici rinascimentali.
Nasce ad Anagni il 6 ottobre 1936.
Da giovanissimo acquisisce i primi rudimenti sulla lavorazione di pregiati legni dal Maestro Aurelio D’Avoli titolare, a cavallo degli anni ’50, di una tra le più rinomate botteghe di alta ebanisteria dell’epoca.
Si iscrive, poi, presso il locale Istituto Statale d’Arte dove segue con profitto corsi di disegno geometrico e ornato. Ma soprattutto conferma la sua vivida passione per l’ebanisteria, specializzandosi nella tecnica dell’intarsio che continua a sperimentare nell’officina del D’Avoli.
Nel 1967 si trasferisce a Roma ove, condividendo l’esercizio dell’intarsio con quello di restauratore, vi si trattiene per un decennio.
Nel 1978 torna ad Anagni allestendo, nel suggestivo centro storico della medievale cittadina, una bottega-studio.
Nasce così Tarsie Turri, abbrivio di un’avvincente percorso che conduce Carlo ed il suo laboratorio a riverberare il fascino percettivo che la Tarsia raggiunse nel ‘500, periodo di suo massimo splendore: come nella Rinascenza nelle sue opere l’espressione lignaria si piega fino all’estremo limite delle possibilità prospettiche e cromatiche per restituire l’iconica bellezza delle essenze sapientemente commesse.
Scomparso nel 2017, tra i suoi meriti vi è senz’altro quello di aver trasmesso alla figlia Rita ogni segreto di quest’arte risalente, riproponendo il più classico dei cliché che contraddistingue l’artigianato italiano nelle sue migliori e più qualificate espressioni: custodire il fare tramandandolo di generazione in generazione.
Negli anni le sue Tarsie hanno trovato spazio all’interno di lussuose residenze, sedi d’affari e rappresentanza. Ha esposto i suoi lavori presso importanti palcoscenici, ricevendo numerosi premi. Ha ospitato ed è stato ricevuto da illustri personalità e critici d’arte. È stato incaricato della docenza di corsi sulla Tarsia.
Nel 2012 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.
Nel 2017 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica