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L'Abbazia di Casamari

La fondazione dell'abbazia di Casamari risale agli albori del II millennio quando alcuni ecclesiastici di Veroli, con l'intento di costruire una comunità monastica benedettina, avviarono la costruzione di un monastero sulle rovine di Cereate, patria del console romano Caio Mario cui si riporta la denominazione di Casamari, Casa di Mario.

Intorno alla metà del XII secolo, i monaci benedettini furono sostituiti dai cistercensi i quali, in un arco relativamente breve di tempo, edificarono l'attuale monastero, gioiello di architettura cistercense.

Dopo un periodo di splendore, a partire dalla metà del XIV secolo Casamari si avviò ad un lento declino fino a quando nel 1717 vi fu introdotta una colonia di monaci cistercensi riformati, detti Trappisti, provenienti da Buonsollazzo in Toscana, i quali ridiedero impulso alla vitalità spirituale, culturale e materiale del monastero.

In età napoleonica e nel corso dell'800, Casamari subì invasioni, saccheggi, incendi e spargimenti di sangue. Spogliata dei suoi beni nel 1873 in seguito alle leggi di soppressione, l'abbazia, nell'anno successivo, fu dichiarata monumento nazionale.

Nel 1929 Casamari, insieme ai monasteri da essa fondati, è stata eretta in Congregazione monastica autonoma, aggregata all'Ordine cistercense.

Nell'abbazia di Casamari vive attualmente una comunità di sedici monaci.

“Il Monastero si costruisca, possibilmente, in modo da potersi trovare tutto il necessario, cioè l’acqua, il mulino, l’orto e gli ambienti per le varie attività, così che i monaci non debbano girovagare fuori, cosa che non recherebbe alcun vantaggio alle loro anime”. Queste parole del capitolo LXVI della Regola di San Benedetto sono state basilari per la costruzione dei monasteri, tanto che tendenzialmente mai da esse ci si è allontanati, nonostante l’evoluzione del tempo e le numerose riforme. La struttura architettonica, infatti, doveva e deve rispettare le esigenze della vita claustrale, fatta di lavoro e di preghiera, per consentire al monaco di raggiungere lo scopo della sua vocazione. A Casamari non c’è traccia dell’antico monastero benedettino; sappiamo, però, che nel secolo XI la chiesa fu ampliata dall’abate Giovanni I secondo i canoni dell’architettura romanica e che, in seguito alla riforma cistercense, l’abbazia fu rifatta, rispettando le regole costruttive del nuovo Ordine. Venne consacrata da papa Onorio III nel 1217 e, nonostante i numerosi restauri, la sua struttura è rimasta, nel tempo, pressoché immutata.